CANESI Mario

CANESI Mario

Nato ad Alessandria nel 1973.

Nel 1999 laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Torino, con punti 108/110, discutendo la tesi “Ruolo del metabolismo minerale nella patogenesi dell’ipertensione indotta dalla gravidanza”, cui è stata riconosciuta la dignità di stampa.

Nel I sessione 2000 abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo con iscrizione all’ordine professionale.

Nel 2003 diploma di Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate presso AIOT Milano – Gesellschaft fur Homotoxikologie Baden Baden, discutendo la tesi “Trattamento delle cistiti acute ricorrenti del sesso femminile”.

Nel 2004 specializzazione in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli studi di Torino, con punti 70/70 e lode, discutendo la tesi “Dieta e rischio di preeclampsia”, cui è stata riconosciuta la dignità di stampa.


Percorso professionale

  • Dal 1996 al 1999 allievo interno presso la I clinica ostetrico-ginecologica dell’Ospedale S. Anna (prof Massobrio)
  • Dal 1999 al 2004 scuola di specializzazione in Ostetricia e Ginecologia con attività prevalente in ostetricia: gravidanza fisiologica, gravidanza a rischio ed ecografia ostetrico-ginecologica.
  • Dal 2004 al 2008 consulente presso il Centro di Ecografia e Diagnosi Prenatale dell’Ospedale S. Anna (dott.ssa Viora).
  • Dal 2007 al 2020 dirigente medico presso la S.C. Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino (dott. Armellino), centro di Ostetricia e Neonatologia di III livello e Riferimento per la Laparoscopia Ginecologica.
  • Dal 2020 al 2023 responsabile SS Ostetricia presso la S.C. Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino (dott. Contino), con organizzazione clinica del reparto e della sala parto (centro Hub per la gravidanza a rischio, con neonatologia e TIN, > 1000 parti/anno) e degli ambulatori.
  • Da luglio 2023 attività clinica come libero-professionista.

 

Certificati

  • Certificate of competence in Ultrasound examination at 11-13+6 weeks (FMF ID: 43770 – London, 03/2006)
  • Certificate di competenza avanzata in Ecocardiografia fetale (SIEOG – Torino, 06/2008)
  • International Ovarian Tumour Analysis certificate (IOTA 04/2017)
  • Attestato di Idoneità al ruolo di Facilitatore/Verificatore nell’ambito del sistema di Accreditamento della Regione Piemonte (Aress – Torino, 03/2009)
  • Promozione e pratica dell’allattamento al seno – corso per operatori sanitari (Torino, 05/2009)
  • Corso di Rianimazione Neonatale per Esecutori (Torino, 03/2010)
  • Corso di Esecutore BLS-D -Basic Life Support and Defibrillation (CdF Torino, 05/2016 – N° 1114559)
  • Corso permanente di formazione sul campo per la gestione delle emergenze intrapartali FALCONI (REC S.Anna, 11/2021)
  • Certificazione sull’utilizzo clinico del Nexplanon (Medico n° 751 – 03/2022)
  • Introductory course on the Bach Flower Remedies (Milano 04/2001)
  • Clinica omeopatica omotossicologica in ginecologia e ostetricia (Torino, 04/2002)
  • Biochimica dei Sali tissutali del Dr Schuessler per medici (Milano 05/2003)
  • Corso di specializzazione Composizione ed utilizzo dei prodotti fitoterapici (San Sepolcro, 10/2007)

 

CURRICULUM VITAE

cv dott-canesi.pdf

 

PER SAPERE TUTTO SULLE ECOGRAFIE OSTETRICHE:

Innanzitutto: l’ecografia è innocua per il feto?

con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.

*Prima di 10 settimane gestazionali è sconsigliato l’utilizzo del Doppler per la rilevazione dell’attività cardiaca.

... ma non tutte sappiamo che esistono diverse tipologie di ecografie effettuate in gravidanza, a cui vengono sottoposte tutte le donne o solo alcune che hanno un rischio aumentato.

 

*ECOGRAFIA OSTETRICA #PRECOCE

Viene eseguita preferibilmente per via trans-vaginale: è indolore e privo di effetti collaterali.

A partire dalla fine del I trimestre l’ecografia viene invece effettuata l’ECOGRAFIA TRANS-ADDOMINALE, a volte necessaria per controllare la cervice uterina, la localizzazione placentare, di alcune parti fetali che per motivi di posizione non vengono ben visualizzati per via addominale.

*Ecografia “OFFICE”

L’ecografia office (o ecografia di supporto) non è un esame completo ed è utilizzata solo come ausilio alla visita ostetrico-ginecologica per rispondere a quesiti specifici, o per ottenere informazioni per completare la visita clinica;

 

*Ecografia “STANDARD” DI SCREENING

+ ecografia precoce del 1° trimestre (< 10 settimane)

Le indicazioni specifiche sono perdite vaginali di sangue e/o dolore pelvico.

Tuttavia, viene raccomandata in tutte le gravidanze per la valutazione di:

  • sede intrauterina della gravidanza
  • presenza dell’embrione/feto
  • numero dei feti
  • vitalità del feto
  • corrispondenza dell’* epoca gestazionale (datazione ecografica della gravidanza).

*L’epoca gestazionale viene corretta ecograficamente sulla lunghezza cranio-caudale o CRL = misura della lunghezza del corpo del feto (escluse le gambe) quando non sia disponibile una ultima mestruazione attendibile o riscontrata una differenza significativa (> 7 giorni)

L’ecografia precoce del I trimestre può rilevare:

  • una gravidanza multipla
  • un aborto spontaneo
  • una gravidanza in sede anomala (p.e. gravidanza extra-uterina)
  • oppure può evidenziare anomalie dell'utero e degli annessi uterini (tube/ovaie).

*alcune condizioni patologiche come la gravidanza extrauterina e l'aborto spontaneo, possono richiedere controlli ecografici successivi ed associati ad esami di laboratorio.

In caso di GRAVIDANZA MULTIPLA, è importante definire:

  • il numero dei sacchi amniotici (amnionicità)
  • il numero delle placente (corionicità)

L’ecografia ostetrica precoce non può escludere altre problematiche della gravidanza oltre quanto specificato.

 

*ECOGRAFIA DEL 1° TRIMESTRE DI GRAVIDANZA CON VALUTAZIONE DELLA TRASLUCENZA NUCALE

(tra 11+0 -13+6 settimane)

  • la valutazione della vitalità fetale,
  • la misurazione della translucenza nucale,
  • la valutazione di base dell’anatomia fetale
  • la valutazione del rischio per le comuni trisomie nell’ambito del test combinato. (qualora la donna opti per lo screening per aneuploidie)

 

In che cosa consiste la misura della TRANSLUCENZA NUCALE (NT)?

*DOVREBBE ESSERE ESEGUITA IN TUTTE LE DONNE IN GRAVIDANZA.

La translucenza nucale normale abbassa il rischio di anomalie fetali, viceversa se aumentata rappresenta un indicatore di rischio per patologie genetiche incluse le più comuni trisomie (es. trisomia 21, 18 e 13) e patologie malformative (anomalie strutturali cardiache o extracardiache).

Si tratta della misurazione dello spessore del tessuto sottocutaneo della nuca del feto, effettuabile fra 11+0 e 13+6 settimane gestazionali, che deve essere valutata, con la corretta metodologia e programmazione, in appropriati ambulatori da operatori certificati e sottoposti a controlli periodici di qualità.

 

In che cosa consiste la VALUTAZIONE DI BASE DELL’ANATOMIA FETALE nel I trimestre?

Qualora eseguita, questa procedura permette di sospettare alcune malformazioni fetali maggiori e di riferire la gestante per un'Ecografia di Riferimento per valutare approfonditamente l’anatomia fetale, e confermare o meno la sospetta patologia e come poterla gestire.

Tuttavia in questo stadio precoce della gravidanza la valutazione anatomica del feto è molto limitata e maggiormente condizionata da fattori come l’obesità o l’aumentato spessore della parete addominale.

L’ecografia di screening del II trimestre è caratterizzata da una maggiore accuratezza e rimane l’esame ecografico raccomandato per lo screening delle anomalie strutturali del feto.

In quali casi è necessaria una valutazione approfondita dell'anatomia fetale nel I trimestre?

In tutte le pazienti in cui l’esame di screening delle 11+0 e 13+6 settimane rilevi una translucenza nucale maggiore o uguale di 3,5 mm o una sospetta anomalia strutturale fetale, è necessario programmare una valutazione approfondita dell'anatomia fetale presso un Centro con operatori adeguati ad eseguire un'Ecografia di Riferimento*.

 

 

*ECOGRAFIA DI SCREENING DEL 2° TRIMESTRE (“ECOGRAFIA MORFOLOGICA”)

Le malformazioni fetali sono condizioni che complicano la gravidanza di 2-3 donne su 100.

Per tutto c'è il rischio generico ("rischio della popolazione generale") di avere un bambino affetto da malformazione fetale .

Per questo è importante sottoporsi in gravidanza ad esami ecografici di screening per offrire, nel caso, un percorso idoneo da seguire.

Tale indagine si esegue fra 19 e 21 settimane compiute di età gestazionale, e viene

Gli scopi di questo accertamento sono:

  • il controllo della vitalità del feto, dell’anatomia e del suo sviluppo
  • la valutazione della quantità di liquido amniotico
  • la localizzazione placentare
  • datazione ecografica della gravidanza (nel caso in cui non sia stata effettuata una ecografia di datazione nel I trimestre)

 

Che cosa si vede con l’ecografia nel II trimestre di gravidanza?

Questo esame consente di ottenere la misura di alcune parti del corpo del feto ed i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se le dimensioni corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza. Nello stesso esame si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico e la struttura dei principali organi e distretti anatomici del feto.

Come si svolge l’esame ecografico del II trimestre di gravidanza?

Il Medico effettua l’esame appoggiando una sonda sull’addome, anche con una certa pressione per ottenere immagini nitide. A volte l’esame non è esaustivo a causa di una posizione fetale sfavorevole o della cattiva visualizzazione di alcuni organi (es. stomaco o vescica vuoti). In questi casi si ripeterà l’ecografia dopo qualche giorno.

Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto si richiederà una valutazione ulteriore presso un centro di riferimento per lo studio delle anomalie del feto (Ecografia di Riferimento*).

È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali?

A parte rare eccezioni, non esistono anomalie fetali che sono individuabili sempre e con certezza.

Dall'analisi dei dati italiani disponibili emerge che solo il 32% delle anomalie congenite viene identificato in epoca prenatale nel II e III trimestre. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune anomalie fetali, anche gravi, non vengano identificate in epoca prenatale.

La possibilità di individuare una anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta.

L’accuratezza dello studio ecografico può essere limitata

  • dalla sfavorevole posizione del feto in utero,
  • dalla ridotta quantità di liquido amniotico
  • dalla presenza di cicatrici addominali,
  • gemellarità,
  • nodi di mioma
  • scarsa penetrazione degli ultrasuoni attraverso la parete addominale materna (condizione frequente nelle gestanti obese).

Inoltre, un gruppo di malformazioni a carico di ciascun distretto anatomico del feto (cosiddette evolutive) può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o dopo il parto e quindi non rilevabile nel corso dell’esame ecografico di screening effettuato nel II trimestre. Per tutti questi motivi, anche se un esame ecografico di screening del feto nel II trimestre si conclude con un esito normale (maggior parte dei casi) non è comunque possibile essere del tutto certi.

È possibile con l’ecografia sospettare anomalie genetiche?

Non tutte le malattie genetiche presentano malformazioni rilevanti ed evidenziabili all’esame ecografico.

 

*ECOGRAFIA DI SCREENING DEL 3° TRIMESTRE(“ECOGRAFIA DI ACCRESCIMENTO”)

Gli scopi per il quale tale accertamento viene proposto ed effettuato sono la valutazione della crescita fetale, della quantità di liquido amniotico e della localizzazione placentare.

- Nella popolazione a basso rischio l’ecografia del III trimestre ha una buona performance, superiore a quella della misura sinfisi fondo, nell’identificare feti con restrizione di crescita o feti grandi per l’epoca gestazionale e può diagnosticare anomalie strutturali ad insorgenza tardiva.

- Nella popolazione ad alto rischio per problematiche di crescita fetale, l’ecografia del III trimestre permette di identificare alterazioni dell’accrescimento fetale e/o anomalie del liquido amniotico. In questa popolazione, potrebbe rendersi necessaria anche una valutazione della velocimetria Doppler dei distretti utero-placentari e/o fetali, a seconda dell’epoca gestazionale e della patologia sottostante.

Nelle donne con sospetta localizzazione anomala della placenta è indicata l’esecuzione di una ecografia trans-vaginale per la diagnosi di placenta previa o placenta bassa.

Nei casi di sospetto accretismo placentare (invasione anomala della placenta) è indicato un inquadramento più approfondito presso i centri con adeguata esperienza in tale valutazione.

Che cosa si vede con l’ecografia nel III trimestre di gravidanza?

Nel III trimestre si effettuano misurazioni di alcune strutture del feto, ed i valori vengono confrontati con le curve di riferimento per valutare se corrispondono all’epoca di gravidanza.

In questo stesso periodo si visualizzano

  • la sede di inserzione placentare,
  • la quantità di liquido amniotico
  • alcuni organi fetali

Tra i fattori che limitano l’esame ecografico vi sono

  • l’obesità materna,
  • la presenza di cicatrici addominali,
  • fibromatosi uterina,
  • liquido amniotico ridotto
  • la posizione fetale sfavorevole
  • gravidanze gemellari.

È possibile che la condizione di alcuni organi (es. stomaco o vescica vuoti) non consentano il completamento dell’indagine al primo tentativo: questo potrebbe richiedere un ulteriore tentativo nei giorni successivi.

Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto il Medico ne discuterà con la persona assistita. È possibile che si renda opportuna una valutazione ulteriore presso un centro di riferimento.

È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali nel III trimestre?

Il riconoscimento delle malformazioni non è un obiettivo specifico dell’ecografia del III trimestre. La valutazione ecografica verrà rivolta al ventricolo cerebrale distale più facilmente visibile, alle 4 camere cardiache, allo stomaco, ai reni e alla vescica. 

 

*EcografiE SPECIFICHE in condizioni di rischio aumentato

  +   ECOGRAFIA DI RIFERIMENTO*

E' una ecografia particolarmente approfondita eseguita da medici esperti con apparecchiature ecografiche di alto livello per approfondire quadri ecografici fetali sospetti evidenziati all’esame di screening o per condizioni specifiche materne di elevato rischio malformativo fetale.

Le ecografie di riferimento sono

  • l’ecocardiografia fetale 
  • la neurosonografia fetale,

volte ad escludere o confermare anomalie congenite fetali di specifici distretti anatomici (cuore e sistema nervoso).

L'indicazione principale all'Ecografia di Riferimento è il riscontro all’esame ecografico di screening di reperti anomali, sospetti o non chiari, a carico di uno o più distretti anatomici 

Tuttavia si fa anche se vi sono anche alcune patologie materne o malformazioni fetali nelle gravidanze precedenti che aumentando il rischio malformativo fetale nella gravidanza in corso.

Fattori di rischio materno:

+ Diabete pregravidico

+ Obesità materna (BMI > 40)

+ Infezioni materne (Citomegalovirus, Toxoplasmosi, Rosolia, Parvovirus B19, Varicella, HIV)

+ Assunzione/esposizione a farmaci teratogeni

+ Rischio di anemia fetale (infezione da parvovirus B19 o test di Coombs indiretto positivo a titolo elevato)

+ Familiarità per malformazione

 

Fattori di rischio fetale:

+ Aspetti ecografici anomali allo screening

+ NT aumentata nel I trimestre (> 3.5 mm - 99° centile)

+ Iposviluppo fetale precoce

 

L'Ecografia di Riferimento si differenzia dall'ecografia ostetrica di screening per:

1)  è un esame a cui vengono sottoposte esclusivamente le gestanti che presentino un rischio aumentato o un sospetto per malformazione fetale.

2) Scopo: l'Ecografia di Riferimento è un esame "diagnostico" ossia ha lo scopo di escludere o diagnosticare la presenza di una malformazione fetale.

3) Operatori: L'Ecografia di Riferimento viene eseguita da medici esperti nella diagnosi e nella gestione delle malformazioni fetali.

4) Modalità di esecuzione dell'esame: Nell'Ecografia di Riferimento è spesso richiesto, oltre all'approccio trans-addominale, anche quello trans-vaginale.

 

Qual è l'epoca gestazionale di esecuzione dell'Ecografia di Riferimento?

Va eseguita comunque in tempi brevi a qualunque epoca gestazionale sia stato posto il sospetto.

Se è invece legata a patologie familiari o materne alcune delle quali possono essere preesistenti alla gravidanza, l'esame diagnostico va programmato per tempo ( e generalmente, verrà eseguito tra 19-21 settimane, epoca in cui generalmente si esegue l'esame di screening del II trimestre.

Cosa accade se all'Ecografia di Riferimento non viene confermata l’esistenza di una malformazione fetale?

Se non sono diagnosticate anomalie fetali, non sarà̀ necessario procedere ad ulteriori approfondimenti.

Cosa accade se all'Ecografia di Riferimento viene diagnosticata una malformazione fetale?

La coppia dovrà ricevere informazioni dettagliate sulla condizione patologica evidenziata e su indagini di approfondimento per una migliore definizione della prognosi fetale come CVS, amniocentesi, ecocardiografia fetale, neurosonografia fetale, RMN.

Inoltre, alla coppia dovrebbe essere offerto un consulto multidisciplinare

  • ginecologo ostetrico esperto in medicina fetale,
  • pediatra,
  • genetista,
  • psicologo

Qual è l'accuratezza dell'Ecografia di Riferimento?

E' superiore a quella delle ecografie di screening, ma varia considerevolmente a seconda del tipo di anomalia considerata. Tra i fattori che limitano l'accuratezza dell’Ecografia di Riferimento vi sono:

  • Epoca gestazionale di effettuazione dell'esame: ad epoche gestazionali precoci è possibile che diverse malformazioni possano non essere identificate sia per le ridotte dimensioni degli organi del feto, sia per la manifestazione tardiva di alcune anomalie congenite.
  • Evolutività delle anomalie fetali: alcune anomalie fetali sono evolutive ossia si rendono evidenti tardivamente nel corso del III trimestre di gravidanza o solo in epoca postnatale.
  • Fattori limitanti l’esame: La possibilità̀ di individuare una anomalia non è sempre correlata alla sua gravità ma dipende dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta. Pertanto è possibile che alcune anomalie fetali, anche gravi, non vengano rilevate. Può essere condizionata dalla posizione del feto, dalla quantità di liquido amniotico e dalla presenza di cicatrici addominali, gemellarità, miomi ed aumentata impedenza acustica agli ultrasuoni della parete addominale materna (frequente nell’obesità
  • Per tutti questi motivi il normale esito di una Ecografia di Riferimento non garantisce la nascita di un bambino senza alcuna malformazione.

Qual è il rischio che alcune anomalie riscontrate all'Ecografia di Riferimento non vengano confermate alla nascita?

Questa eventualità esiste, ma è maggiore per le anomalie minori. Può anche accadere che reperti anomali evidenziati all’ecografia di riferimento possano essere transitori e risolversi con il procedere della gravidanza o dopo la nascita.

 

*ECOCARDIOGRAFIA FETALE

E' un esame diagnostico condotto mediante una apparecchiatura ad ultrasuoni da un medico esperto nello studio del cuore fetale, mirato alla valutazione delle strutture cardiache del feto, della sua funzione e alla diagnosi di eventuali malformazioni cardiache maggiori del feto.

Quando è indicata? È un esame di approfondimento rivolto a un gruppo selezionato di gestanti, che presentano un rischio aumentato di avere un feto affetto da cardiopatia congenita.

L'indicazione principale all'Ecocardiografia Fetale è il riscontro all’esame ecografico di screening di reperti anomali, sospetti o non chiari, a carico del cuore fetale.

Tuttavia vi sono anche indicazioni preesistenti alla gravidanza come alcune patologie materne (diabete mellito pregravidico, fenilchetonuria, patologia autoimmuni-Ab anti-Ro e anti-La-) o storia di malformazioni cardiache nelle gravidanze precedenti che aumentano il rischio di cardiopatia nella gravidanza in corso e rendono opportuna la programmazione di una ecocardiografia fetale.

Come si effettua l’esame? Il medico appoggia una sonda sull'addome materno alla ricerca di scansioni idonee allo studio del cuore fetale. Mediante il color doppler vengono poi indagate le modalità e la direzione del flusso nelle cavità cardiache. Si tratta di un esame complesso e proprio per tale motivo l’ecocardiografia non sempre può essere effettuata in modo completo al primo tentativo. Questo non vuol dire che ci siano dei problemi: ad esempio una posizione del feto non ottimale può portare ad un allungamento della durata dell’esame o alla effettuazione di un ulteriore tentativo nel corso della stessa seduta o anche nel giorno/i successivo/i.

Quando si effettua l’ecocardiografia fetale? L’epoca di gestazione in cui eseguire l’ecocardiografia fetale dipende da molteplici fattori, inclusi l’indicazione e l’epoca gestazionale in cui viene sospettata la cardiopatia congenita. Anche se l’epoca ideale per l’esecuzione dell’ecocardiografia fetale è quella compresa tra 20 e 22 settimane, è possibile eseguire tale esame diagnostico anche in epoche gestazionali più precoci. Per ecocardiografia fetale precoce si intende uno studio del cuore fetale eseguito entro 16 settimane. In questo caso però, data la minore accuratezza diagnostica dell'esame a queste epoche gestazionali precoci, l'esame verrà ripetuto fra 20-22 settimane. Inoltre, in caso di rischio specifico per cardiopatie evolutive, può essere opportuna l’effettuazione di un ulteriore esame ecocardiografico nel III trimestre di gravidanza.

L’ecocardiografia fetale ha limiti diagnostici? Si ritiene che tale esame sia in grado di individuare solo una parte delle cardiopatie congenite fetali. L’accuratezza diagnostica dell’esame varia a seconda del tipo di cardiopatia considerata ed è ridotta dalla presenza di fattori limitanti come l’obesità materna, la presenza di cicatrici addominali o miomi uterini, liquido amniotico ridotto, la posizione fetale sfavorevole e l’esecuzione dell’esame nelle gravidanze gemellari. Inoltre alcuni difetti cardiaci possono non essere evidenziati in utero per le loro ridotte dimensioni o per la loro evolutività, per cui possono non risultare evidenziabili a 20-22 settimane ma svilupparsi in epoche successive della vita intrauterina o rendersi manifesti solo dopo la nascita.

 

Qual'è il rischio che alcune anomalie cardiache riscontrate all'Ecocardiografia fetale non vengano confermate alla nascita? Questa eventualità esiste, ma è maggiore per le anomalie minori. Può anche accadere che reperti anomali evidenziati all’ecocardiografia fetale possano essere transitori e risolversi con il procedere della gravidanza o dopo la nascita.

 

+ NEUROSONOGRAFIA FETALE

E’ un esame diagnostico mirato alla valutazione dettagliata del sistema nervoso centrale del feto. L'esame consiste nel visualizzare le varie strutture anatomiche che compongono il cervello fetale e la colonna vertebrale allo scopo di verificarne la normalità o diagnosticarne una eventuale patologia.

Quando è indicata? L'indicazione principale è il sospetto di una malformazione del cervello o della colonna vertebrale all'esame di screening del II trimestre. Tuttavia vi sono anche indicazioni preesistenti alla gravidanza come alcune patologie materne o storia di malformazioni fetali nelle gravidanze precedenti che aumentano il rischio malformativo fetale del cervello e della colonna nella gravidanza in corso.

Come viene eseguita? Dipende dalla posizione del feto nell’utero. Nei casi in cui la testa del feto è rivolta in basso l'approccio più utilizzato è per via trans-vaginale mediante l’introduzione di una sonda ecografica in vagina Nel caso in cui la testa del feto è rivolta in alto l’esame verrà effettuato per via trans-addominale.

Quando viene effettuata? L’epoca ideale è tra 20 e 22 settimane. In caso di rischio specifico per anomalie evolutive, può essere opportuna l’effettuazione di un ulteriore esame nel III trimestre di gravidanza. L’epoca di gestazione in cui eseguire la neurosonografia fetale dipende da molteplici fattori, inclusi l’indicazione e l’epoca gestazionale in cui viene sospettata la anomalia congenita.

La neurosonografia fetale ha limiti diagnostici? Anche se effettuato da un operatore esperto, non può individuare tutte le malformazioni del sistema nervoso centrale. La sua capacità diagnostica è anche in relazione all’epoca di gravidanza poichè alcune patologie cerebrali possono comparire solo nel III trimestre di gravidanza o dopo la nascita.

Cosa accade nel caso in cui venga riscontrata una patologia dell'encefalo o della colonna vertebrale? Se viene diagnosticata la coppia dovrebbe ricevere informazioni dettagliate sulla condizione patologica e su eventuali indagini di approfondimento per una migliore definizione della prognosi fetale. Inoltre, verrà offerto un consulto multidisciplinare.

 

+ ESAME ECOGRAFICO PER SOSPETTA PLACENTA PREVIA/ACCRETA

Che cosa sono i PAS disorders? I PAS disorders (Placenta Accreta Spectrum Disorders) rappresentano uno spettro di condizioni patologiche che vanno da una semplice aderenza patologica della placenta ad una condizione di vera invasione del miometrio che può arrivare anche al coinvolgimento di organi extrauterini (più frequentemente vescica e regioni parametriali).

Che cosa è? E' un esame diagnostico condotto mirato alla valutazione di alcuni segni caratteristici di una anomala aderenza o anomala invasione della placenta nel miometrio o in altri organi contigui.

Quando è indicata? È un esame di approfondimento rivolto ad alcune gestanti che presentano un rischio aumentato di essere affette dal disturbo PAS. I fattori di rischio più importanti sono il numero di pregressi tagli cesarei e l’inserzione bassa della placenta o la placenta previa localizzata nella parete anteriore dell’utero.

Quando si effettua l’esame? successivamente all’ecografia di screening del II trimestre in caso di placenta previa anteriore in paziente con uno o più pregressi tagli cesarei : di solito si aggiunge una ecografia transvaginale a circa 36 settimane di gestazione utile a definire la modalità del parto.

 

+ AMNIOCENTESI

L’amniocentesi consiste nel prelievo di liquido amniotico sotto guida ecografica mediante un ago sottile, effettuabile dalla 15° settimana compiuta di età gestazionale.

Dopo l’individuazione mediante ecografia di una falda adeguata di liquido amniotico si procede all’inserimento dell'ago fino ad attraversare la membrana del sacco amniotico: se ne aspira 15-20 cc che viene raccolti in provette.

Quali sono le motivazioni per le quali una donna può decidere di sottoporsi all’amniocentesi

secondo il Decreto Ministeriale del 10/9/1998:

+ l’età materna avanzata (> 35 anni),

+ la presenza di un assetto cromosomico particolare in uno o in ambedue i genitori,

+ un precedente figlio con malattia cromosomica,

+ malformazioni fetali rilevate all’esame ecografico,

+ un test di screening ( es. test combinato) che indichi un rischio elevato per trisomia 21 o altra anomalia,

+ una consulenza genetica che suggerisca l’effettuazione dell’esame.

Resta ferma la facoltà della persona assistita che si trova nelle suddette condizioni di rischio di non sottoporsi all’esame.

Obiettivi della metodica diagnostica: la determinazione del cariotipo fetale, l’esame del DNA fetale o l’eventuale ricerca di agenti infettivi virali o protozoari.

In quale percentuale il prelievo ha successo? Il successo del prelievo è del 98% al primo tentativo e del 99,8 % ad un eventuale secondo tentativo.

È’ un esame che richiede una particolare preparazione? Non è necessaria alcuna preparazione specifica.

E’ un esame doloroso? Possono presentarsi complicazioni? L’esame non è doloroso. Possono però verificarsi complicazioni. I rischi materni sono quelli comuni alle procedure invasive; i rischi fetali sono l’aborto e/o complicanze della gravidanza che presentano una incidenza dell’0,5 -1 % circa.

 

+ PRELIEVO DEI VILLI CORIALI PER VIA TRANSADDOMINALE (VILLOCENTESI)

Il prelievo dei villi coriali (CVS) consiste nel prelievo di frammenti della placenta sotto guida ecografica continua mediante un ago sottile ed è effettuabile dalla 10° settimana  Dopo l’individuazione mediante ecografia della zona della placenta più facilmente accessibile attraverso l'inserimento di un ago si raggiunge il corion.

Quali sono le motivazioni per le quali una donna può decidere di sottoporsi al prelievo dei villi coriali? 

secondo il Decreto Ministeriale del 10/9/ 1998,:

+ l’età materna avanzata (> 35 anni),

+ la presenza di un assetto cromosomico particolare in uno o in ambedue i genitori,

+ un precedente figlio con malattia cromosomica,

+ malformazioni fetali rilevate all’esame ecografico,

+ un test di screening (es. test combinato) che indichi un rischio elevato per trisomia 21 o altra anomalia,

+ una consulenza genetica che suggerisca l’effettuazione dell’esame.

Resta ferma la facoltà della persona assistita che si trova nelle suddette condizioni di rischio di non sottoporsi all’esame.

L’esame è effettuabile in tutti i casi? Il successo del prelievo è del 98% al primo tentativo e del 99,8 % al secondo tentativo

E’ un esame doloroso? Possono presentarsi complicazioni? L’esame è ben tollerato, Possono verificarsi complicazioni. I rischi materni sono quelli comuni a alle procedure invasive; sono possibili, seppur molto raramente, complicazioni materne anche gravi; il rischio fetale principale correlato al prelievo dei villi coriali è l’aborto.

E’ un esame diagnostico che ha dei limiti? L’accuratezza diagnostica nell’analisi del cariotipo fetale è molto elevata. Sono riportate in letteratura percentuali di fallimento dell’analisi citogenetica dello 0,5-1%, falsi positivi nell’ 1% circa e quasi sempre per la presenza di mosaicismi placentari (90% dei casi); falsi negativi in percentuale di 1:20000 casi. In caso di mosaicismo può essere suggerito dalla consulenza genetica procedere ad amniocentesi.

 

 

+ ecografiE SU RICHIESTA

+ECOGRAFIA TRIDIMENSIONALE (3/4D)

L’ecografia tridimensionale si basa sulla ricostruzione ed elaborazione computerizzata delle normali immagini ecografiche bidimensionali. Si possono ottenere delle immagini tridimensionali (3D), cioè immagini statiche che vengono analizzate successivamente da vari punti di vista ed in tre dimensioni, oppure immagini quadridimensionali (4D), dove la quarta dimensione è rappresentata dal tempo, cioè si hanno immagini tridimensionali in movimento e in tempo reale.

L’ecografia 3D non ha alcuna utilità per l’identificazione di eventuali patologie del feto.

La valutazione dell’anatomia fetale può e deve essere fatta con l’ecografia bidimensionale che permette di ottenere delle sezioni adeguate, seppure meno belle, del corpo del feto e quindi di vari organi.

Può essere utile per la valutazione di alcune malformazioni fetali già diagnosticate oppure per chiarire alcuni quadri sospetti.

È dimostrato da alcune pubblicazioni che la visualizzazione del feto in 3D e 4D consente ai genitori di iniziare precocemente un rapporto affettivo e relazionale con il proprio bambino.

Va segnalato che per avere una buona immagine tridimensionale è indispensabile che il feto sia messo nella posizione adatta, che vi sia sufficiente quantità di liquido amniotico fra il feto e la parete uterina, che non vi siano anse del cordone ombelicale davanti alla faccia ecc. per cui spesso le immagini ottenute sono deludenti.

L’epoca migliore per l’ecografia 4D è quella compresa fra le 25 e le 29 settimane di gestazione
 

+ ECOGRAFIA GINECOLOGICA

Che cosa è l’ecografia ginecologica? Si tratta di un esame ecografico dell’apparato genitale femminile interno (utero e annessi ovvero tube e ovaie).

Come si esegue? L’ecografia ginecologica può essere effettuata in tre modi:

1) Ecografia trans-vaginale: esame effettuato dopo svuotamento della vescica introducendo una sonda all’interno della vagina coperta da un guanto o un involucro apposito monouso.

Rappresenta la modalità di effettuazione più indicata nella maggior parte delle condizioni cliniche. 2) Ecografia trans-addominale: esame effettuato dopo adeguato riempimento vescicale appoggiando la sonda sull’addome, soprattutto in presenza di condizioni particolari (es. paziente virgo, stenosi vaginale) o in caso di quesiti specifici come in presenza di voluminose cisti ovariche non completamente valutabili per via trans-vaginale o trans-rettale.

3) Ecografia trans-rettale: esame effettuato dopo lo svuotamento della vescica introducendo una sonda all’interno del canale anorettale coperta da un guanto o da un coprisonda monouso. L’ecografia trans-rettale consente una valutazione dell’apparato genitale interno con buona risoluzione e rappresenta una alternativa all’approccio transvaginale in caso di specifiche condizioni cliniche (paziente virgo, stenosi vaginale, pregressa terapia radiante…).

Quando si esegue?  può essere eseguito in ogni momento del ciclo mestruale o in menopausa; a volte è opportuno effettuare l’ecografia in un particolare periodo del ciclo.