èScuola - PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE ALL'ANORESSIA
Perché mangio poco?
PERCHE' MANGIO POCO?
L’anoressia è un fenomeno caratteristico dell’età ADOLESCENZIALE e soprattutto diffuso tra le femmine.
In questa fase della crescita, la ragazza vive una repentina modificazione del corpo, che diventa oggetto di attenzione ossessiva: il cibo è lo strumento per controllarlo e per estensione, controllare il mondo esterno.
LA DIAGNOSI PRECOCE è fondamentale per il successo della terapia. Spesso i sintomi iniziali si confondono con le mode, importante rivolgersi allo specialista per iniziare subito il lungo percorso riabilitativo.
La famiglia è parte in causa e senza dubbio fondamentale poichè è l'ambiente in cui instaurare la lunga terapia di riabilitazione emozionale e alimentare che si renderà necessaria.
Si sa che il segnale con il quale il nostro organismo trasmette la necessità di energia nutrizionale è rappresentato dallo stimolo della fame, che è talmente potente da superare gli altri impulsi del corpo; la privazione volontaria di cibo, che ha una incidenza inferiore rispetto alla compulsione, rappresenta la capacità di controllarlo. Nei casi estremi essa può raggiungere livelli patologici e sfociare in una malattia che può essere mortale, l’anoressia nervosa, provocata da una drastica riduzione dell’assunzione di alimenti.
Chi si priva del cibo svulippa:
- una capacità ossessivo-compulsiva di combattere e vincere lo stimolo della fame e
- stravolge tutti i meccanismi che regolano il bilancio energetico dell’organismo.
Negli ultimi trent’anni sono aumentati notevolmente i casi di anoressia nelle Società Occidentali, soprattutto tra le adolescenti, i Tecnici mettono in relazione il fenomeno con l’affermazione di un ideale di bellezza incarnato dalla magrezza; questa è diventata il criterio discriminante dell’affermazione e del successo sociali.
La tendenza è amplificata e scritta in veri e propri codici di comportamento dai Mezzi di Comunicazione, che traslano il modello teorico nella vita reale.
L’anoressia diventa il risvolto negativo dell’ideale estetico vincente in questa Società, che demonizza l’obesità da lei stessa favorita, martellando con messaggi che impongono la magrezza come obiettivo e spingono i soggetti fragili a sottoporsi a diete feroci e squilibrate.
Spesso le restrizioni drastiche vengono abbandonate e si recupera il peso perduto, in alcuni casi si continua con una privazione sempre più rigida, che porta ai comportamenti tipici dell’anoressia.
Non tutti i soggetti sono predisposti, solo alcuni arrivano alle estreme conseguenze della riduzione di cibo, essa infatti è più frequente nelle femmine e durante l’adolescenza.
Mentre spesso il sovrappeso e l’obesità hanno motivazioni frutto di pigrizia, golosità, mancanza di volontà nel cucinare e consumare alimenti salutari, l’anoressia nervosa ha solo cause psicologiche.
- I conflitti familiari,
- i problemi nei rapporti con l’altro sesso e
- i traumi psicologici
alterano i meccanismi di gratificazione che regolano l’assunzione del cibo; le emozioni derivanti favoriscono comportamenti privativi: tutto questo rende l’anoressia una malattia complessa da trattare, una volta instauratasi, provoca modificazioni psichiche e fisiche che peggiorando portano a conseguenze estreme ed irreversibili.
I sintomi che devono allarmare sono la mancanza di appetito, gli attacchi di panico, la depressione, l’insonnia; le complicazioni gastriche e la nausea conseguenza del prolungato digiuno rendono difficile mangiare, anzi le sensazioni fisiche sgradevoli derivanti scoraggiano ulteriormente l’assunzione di cibo.
La conseguenza è la riduzione di peso e l’arrivo di complicazioni fisiche dovute alla perdita di grasso addominale come:
- amenorrea,
- discesa dei reni,
- discesa della vescica e dell’utero,
- distruzione della guaina mielinica dei nervi (mortale).
L’ossessivo controllo del cibo mangiato, il calcolo maniacale delle calorie assunte e il pesarsi continuamente aiutano ad ottenere autonomia, aumentare la forza e l’autostima; riuscire a dominare la fame fa provare agli anoressici un forte senso di potenza, quasi un delirio, che autoalimenta la privazione di cibo.
Gli anoressici sono delle macchine da guerra, hanno una volontà inossidabile, calcolano mentalmente i contenuti calorici di ogni cibo e bevanda, che conoscono meglio di un prontuario, e combattono strenuamente tutto il giorno con la fame e l’autocontrollo, si riempiono di tisane, acqua e sono incredibilmente attenti ai bisogni altrui.
A tenere questi incontri sarà la dott.ssa MARA ANTONACCIO - Biologa nutrizionista.
http://www.poliambulatorioes.it/276/dottssa-antonaccio-mara
"Tra le mie numerose attività professionali annovero con orgoglio la divulgazione scientifica. Da sempre amo dedicare parte del mio tempo a creare momenti di incontro, soprattutto con i bambini, gli adolescenti e i giovani, in cui parlare di cibo, peso, immagine del sè.
Questo è un argomento che sento profondamente, forse perché sono stata una bambina, un’adolescente ed una donna in sovrappeso, e ho sentito fortemente il peso sociale ed emotivo di questa mia caratteristica. Ho accettato molto volentieri di partecipare al progetto di educazione alimentare presso l’istituto parificato SS. Natale ed è stata un’esperienza molto bella dal punto di vista umano e professionale.
Ho trovato ragazzi molto interessanti ed interessati all’argomento, capaci di interagire e di andare oltre la superficialità.
Ovviamente ci sono stati casi particolari, necessari di un approfondimento ad hoc, poiché le problematiche individuali non possono essere trattate nei gruppi eterogenei. I ragazzi mi sono sembrati curiosi, favorevoli agli stimoli intellettuali e interessati a capire il perché di alcuni meccanismi comportamentali loro e dei coetanei.
Ho trovato gruppi abbastanza coesi, in grado di supportare gli altri, certo qualche intemperanza caratteriale, ma sono così giovani.
In uno degli incontri abbiamo parlato di cibo, di quale sia la sua funzione, di cosa sia mangiare sano e come, in che quantità, prima o dopo lo sport,
In un secondo incontro abbiamo parlato di società, di come ci vuole, delle strategie che l’industria alimentare mette in atto per renderci dipendenti dai cibi.
Nel terzo incontro si è parlato di percezione di sè, di come ci sentiamo e di come vogliamo migliorare il nostro aspetto, in funzione del piacere agli altri e a noi stessi."
Dott.ssa Mara Antonaccio