19 ottobre Parlane con ES - LA MENOPAUSA NON È UNA MALATTIA - seminario gratuito
19 ottobre Parlane con ES - LA MENOPAUSA NON È UNA MALATTIA - seminario gratuito
Parlane con ES - seminario gratuito
19 ottobre 2019
dalle 17 alle 19
C.so Francia 19bis/f - Torino
" LA MENOPAUSA NON È UNA MALATTIA"
Tornano gli appuntamenti #ParlaneconES: parleremo di menopausa a 360°, ossia di questo processo naturale nella vita di ogni donna che può dare i primi sintomi verso i 45 anni.
Si affronteranno varie tematiche:
- dieta (personalizzabile)
- possibili soluzioni curative (ormoni o fitoterapici naturali)
- soluzioni estetiche (con trattamenti non invasivi ma efficaci),
- trattamenti per disordini muscolo-scheletrici, del tratto cervicale, del tratto lombare e del bacino
in modo da affrontare questi cambiamenti iniziali o conclamati con serenità.
RELATORI
Dott.ssa Marta Pareschi - dietologia e nutrizione
Dott. Marco Finiguerra - medicina e chirurgia estetica
Dott.ssa Alessandra Laudadio - ginecologia
Dott. Giangiacomo Pellegrino - fisioterapia generale e respiratoria e osteopatia
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la dott.ssa LAUDADIO, il dott. FINIGUERRA e il dott. PELLEGRINO e ci parleranno di vari argomenti legati alla menopausa e risponderanno a qualunque vostro dubbio o perplessità.
Qui sotto gli argomenti che tratteranno:
dott.ssa Laudadio:
Con il termine menopausa generalmente si indica quel periodo della vita di ogni donna caratterizzato da importanti cambiamenti della funzione ormonale femminile che determinano la scomparsa del ciclo mestruale. Nella donna le ovaie interrompono spontaneamente la produzione di ovuli tra i 45 e i 55 anni.
La menopausa, soprattutto nei paesi occidentali industrializzati è accompagnata spesso da disturbi e malesseri.
I sintomi più frequenti sono:
- vampate di calore,
- sudorazione notturna
- insonnia,
- palpitazioni a riposo,
- disturbi dell' umore
- secchezza vaginale.
Stress, alcool, tè e caffè possono aumentarne l'intensità.
In menopausa, poi, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e diminuisce la densità ossea, con maggior rischio di fratture e osteoporosi.
L'età media della menopausa è compresa tra i 45 e i 55 anni: per la donna europea la media è di circa 50 anni.
Grazie al progresso medico e al miglioramento delle condizioni economiche e sociali la donna trascorre un terzo della sua vita in menopausa.
L'impatto della menopausa sulla salute della donna è variabile e attraversa lo sfondo culturale e socio-economico della società in cui si vive, le caratteristiche individuali e le abitudini di vita.
Ma vediamoli nel dettaglio. I sintomi acuti comprendono:
- i disturbi neurodegenerativi, le cosiddette "vampate", accompagnate da sudorazione e tachicardia e, a volte, da sensazione di debolezza, vertigini e nausea.
- i disturbi psicologici: ansia, irritabilità, modificazione dell'umore, insonnia, disturbi della sessualità (per esempio diminuzione del desiderio sessuale).
Di fronte a questi problemi è bene ricostruire con attenzione la storia del paziente, perché è anche dimostrato che la menopausa di per sé non causa depressione e che eventuali disturbi affettivi possono essere motivati da stress familiare, lavorativo o ambientale, più frequenti in questa fascia d'età.
Le modificazioni della sessualità sono poi più influenzate dall'età e dai fattori psicologico-culturali e relazionali della coppia, che non dalle variabili ormonali.
Tuttavia, la menopausa comporta alcuni disturbi caratteristici che interferiscono in modo significativo con la gratificazione del rapporto:
- la distrofia della vagina e della vulva (dovuta alla carenza di estrogeni) causa l'assottigliamento della mucosa vaginale, la riduzione dell'elasticità, la scarsa lubrificazione e rende quindi il rapporto doloroso. Il dolore che compare durante il rapporto sessuale è denominato "dispaurenia".
Anche la mucosa dell'uretra e della vescica va incontro a processi di indebolimento che si manifestano in:
- una maggiore sensibilità agli agenti infettivi (cistiti)
- disturbi della minzione
Le malattie più importanti, la cui causa è collegata alla menopausa, sono quelle che si manifestano a lungo termine e che sono la causa principale di complicazioni nella donna.
Le malattie in questione sono quelle:
- cardiovascolari (infarto del miocardio),
- le complicazioni dell'osteoporosi menopausale (frattura del radio, delle vertebre e del femore)
- la malattia degenerativa cerebrale, come la malattia di Alzheimer.
Malattia cardiovascolare
È probabile che questa malattia sia imputabile alla presenza degli estrogeni: infatti, con la cessazione dell'attività ovarica, la frequenza della malattia cardiovascolare, in particolare dell'infarto del miocardio, aumenta.
Circa il 36 per cento delle donne tra i 55 e i 64 anni va incontro a una limitazione della propria attività fisica a causa di una coronaropatia e, inoltre, la diagnosi di infarto è più difficile rispetto a quella dell'uomo con conseguenze negative sul trattamento.
Alcuni fattori di rischio, per esempio:
- aumento del colesterolo totale e di quello "cattivo" (LDL)
- diminuzione del colesterolo "buono",
- peggioramento della funzione vascolare,
- aumento della pressione arteriosa,
- alterazione del metabolismo degli zuccheri.
Con il trattamento ormonale (terapia ormonale sostitutiva) i rischi di avere un infarto del miocardio si dimezzano.
Osteoporosi
Si tratta di una malattia sistemica caratterizzata dalla ridotta massa ossea e da alterazioni della microarchitettura scheletrica con conseguente aumento di fragilità e suscettibilità alle fratture. La donna è predisposta alle fratture a causa del basso numero di estrogeni durante la menopausa.
La prevenzione dell'osteoporosi è considerata il miglior modo per ridurre il rischio di fratture e la terapia ormonale sostitutiva è il principale strumento preventivo della donna in menopausa, perché è in grado di bloccare la perdita di calcio.
Malattia di Alzheimer
Un'altra malattia importante, che è legata alla menopausa e alla produzione degli estrogeni, è la demenza senile e in particolare la malattia di Alzheimer.
Dopo i 65 anni la prevalenza di questa malattia aumenta e in età più avanzata (85 anni) la metà delle donne ne è affetta.
Alcuni dati sperimentali hanno indicato un ruolo protettivo della presenza degli estrogeni nei confronti dei processi neurodegenerativi cerebrali e si è dimostrato che le donne che usano la terapia ormonale sostitutiva hanno meno rischi di demenza rispetto alle donne che non l'hanno mai usata.
Si è altresì dimostrato l'effetto positivo della somministrazione di estrogeni su alcune funzioni cerebrali, per esempio l'attenzione, la concentrazione e la memoria.
Lo stile di vita - dott.ssa Antonaccio -
Lo stile di vita è influenzato dal sesso, dall'età anagrafica, dallo sfondo culturale in cui si vive e dal livello di educazione, nonché dalle condizioni socio-economiche, familiari e lavorative.
In menopausa, le caratteristiche dello stile di vita, da un lato, possono condizionare il profilo clinico con cui si presenta, dall'altro, si associano agli effetti della cessazione dell'attività ovarica a breve, medio e lungo termine, modificando il rischio di alcune malattie e la qualità di vita in generale.
È quindi importante che la donna riceva dal medico a cui si rivolge informazioni che vanno in due direzioni:
- possibile trattamento farmacologico e prevenzione dei disturbi della menopausa
- comportamenti consigliabili per uno stile di vita "sano".
Alcune abitudini di vita rappresentano, infatti, fattori di rischio a tutti gli effetti:
Fumo
Il fumo ha conseguenze sulla funzione ovarica e sulle malattie legate agli estrogeni stessi, per esempio l'osteoporosi menopausale. Spesso poi le donne fumatrici in menopausa sono sottopeso e questa condizione è collegata ad una bassa massa ossea e a un aumentato rischio di frattura. Da non trascurare è poi l'impatto del fumo sulla mortalità: negli anni '90 dei 300.000 decessi attribuibili al fumo tra le donne dei paesi industrializzati, il 21 per cento era dovuto a tumore del polmone, il 41 per cento a malattie cardiovascolari e il 18 per cento a malattia respiratoria ostruttiva.
Alimentazione
Le modifiche del peso si verificano di solito nel periodo premenopausale: in questa fase si verificano già le prime variazioni della funzione ovarica con irregolarità del ciclo mestruale e aumentata frequenza di malattie endocrine (per esempio della tiroide) e metaboliche legate all'età. L'insieme di tutti questi fattori può favorire l'aumento di peso, un aumento che si verifica soprattutto dopo i 40 anni.
Inoltre l'avvento della menopausa è correlato ad una ridistribuzione del grasso corporeo: si passa da un aumento di grasso sui fianchi a un aumento di grasso addominale.
Questa "ridistribuzione" del grasso corporeo è legata a un aumento di rischio per la malattia cardiovascolare, oltre agli altri ben noti fattori di rischio (obesità, ipertensione, ecc.).
La riduzione del peso corporeo, associata ad altri cambiamenti dello stile di vita (esercizio fisico) modifica favorevolmente il profilo lipidico.
I fattori dietetici sono in grado di influenzare la frequenza di molte malattie che colpiscono in particolare la donna in menopausa:
- alcuni tumori (mammella, endometrio, colon)
- la malattia cardiovascolare
- l'osteoporosi.
Ma cosa significa mangiare in modo sano in menopausa?
Vuol dire favorire una dieta sana, bilanciata e varia e includere alcuni alimenti ricchi di nutrienti importanti per questa nuova fase della vita, come le vitamine, i Sali minerali, i fitoestrogeni.
Ecco i consigli per un regime dietetico ottimale in menopausa:
- aumentare e privilegiare il consumo di frutta e verdura, legumi e cereali integrali
- mangiare cibi freschi, di stagione, integrali e non raffinati
- mangiare cibi senza conservanti, coloranti e additivi
- variare l'alimentazione
- mangiare poca carne rossa e di maiale, ma privilegiare il pollame e il pesce
- pochi latticini e formaggi (preferire comunque quelli magri)
- bere molta acqua, succhi di frutta, tisane
- usare solo olio extra vergine e olio di semi
- eliminare i fritti.
Inoltre è bene limitare il caffè (preferire il tè), lo zucchero raffinato (meglio quello di canna), il sale, l'alcool, le bevande gassate, i dolcificanti, il cacao e la cioccolata, le uova, i cibi troppo speziati.
Esercizio fisico
L'esercizio fisico ha un effetto positivo sul benessere generale della donna in menopausa: riduce il rischio di osteoporosi e di malattie cardiovascolari e ha un effetto benefico sull'umore, migliorando la qualità di vita della donna.
Inoltre, è in grado di modificare il ciclo di rimodellamento osseo stimolando le cellule ossee a differenziarsi e a crescere, mentre la sedentarietà si associa a una ridotta massa ossea.
Altri benefici sono: il mantenimento della massa muscolare, il miglioramento dell'equilibrio e della stabilità, dei tempi di reazione e di movimento (tutti fattori importanti nel prevenire le cadute e nel ridurre il rischio di fratture).
Esami consigliati
Quali esami è consigliato eseguire in menopausa?
Di solito il ginecologo raccoglie la storia clinica della donna (anamnesi) in modo accurato.
Poi procede con:
- la visita ginecologica
- la palpazione tiroidea (spesso questa ghiandola presenta delle disfunzioni in coincidenza con la menopausa)
- la palpazione addominale.
- La misurazione della pressione arteriosa è molto importante perché le alterazioni bio-chimiche, emotive e vascolari, associate alla menopausa, si traducono spesso in un'ipertensione che va diagnosticata e trattata.
- Agli esami del sangue, eseguiti soprattutto per misurare i livelli nel sangue dell'estradiolo e delle gonadotropine (in menopausa, il primo si abbassa mentre i secondi si alzano), seguono gli esami ormonali, che sono a discrezione del ginecologo, a seconda della "fase" climaterica in cui la donna si trova. Oltre al pap-test (esame anch'esso di routine), il ginecologo potrà richiedere la colposcopia, che permette di valutare il collo dell'utero con opportune colorazioni e lenti di ingrandimento.
- l'esame dell'endometrio, attraverso il quale si prelevano le cellule dall'interno dell'utero, per diagnosticare eventuali situazioni di rischio (iperplasie) o, addirittura, tumori allo stadio iniziale. Il prelievo non richiede anestesia, è poco doloroso, e può essere eseguito in ambulatorio in un paio di minuti. È opportuno eseguire questo esame quando ci si trova di fronte a sanguinamenti irregolari, sia durante il climaterio, sia in menopausa, sia durante la terapia sostitutiva (mestruazioni abbondanti o prolungate, perdite di sangue al di fuori del ciclo, perdite di sangue in menopausa).
- l'ecografia transvaginale, che si esegue con una sonda introdotta in vagina ed è utile per monitorare l'apparato genitale interno, in particolare l'endometrio e le ovaie. Non è assolutamente dolorosa e da la possibilità di misurare lo spessore dell'endometrio, che durante la menopausa dovrebbe essere sottile (inferiore a 5 mm). Con questo esame si è in grado di diagnosticare un tumore dell'ovaio in stadio molto precoce.
- La mammografia è un esame radiologico molto sensibile che permette di individuare tumori della mammella in fase precocissima, quando sono ancora estremamente piccoli e molto tempo prima che possano essere percepibili alla palpazione. È un esame semplice che non richiede preparazione: con le apparecchiature attualmente disponibili l'esposizione ai raggi X è molto bassa e non si corre più il rischio di andare incontro ad un'eccessiva dose di radiazioni, neanche per esami ripetuti ogni anno.
- La mineralometria ossea computerizzata, ossia la MOC, è utile per riconoscere una predisposizione all'osteoporosi o l'osteoporosi in atto. Si tratta di un esame radiologico che valuta la quantità di calcio nell'osso. Si può eseguire con varie metodiche e in varie sedi del corpo (polso, vertebre, anca).
- l'esame urodinamico, ossia lo studio dell'apparato urinario basso, di solito prescritto a discrezione del ginecologo, se la donna soffre di incontinenza (da stress, da urgenza o mista).
Problemi urologici
La menopausa comporta una serie di adattamenti a carico dei principali organi ed apparati dell'organismo femminile.
I suoi effetti sono soprattutto evidenti a carico:
- dell'apparato genitale,
- della pelle
- delle ghiandole mammarie;
- sono coinvolti anche le ossa e i muscoli, il cuore, le arterie e le vene, il cervello e il midollo spinale, la vescica e l'uretra.
Nel periodo postmenopausale la donna manifesta con frequenza notevolmente maggiore rispetto al periodo fertile, cistite recidivante, disfunzione sessuale femminile, prolasso genitale e incontinenza urinaria, ma, come detto, non tutti questi disturbi sono dovuti esclusivamente alla carenza di estrogeni legata alla menopausa.
Terapia ormonale sostitutiva
Per terapia ormonale sostitutiva in menopausa si intende l'assunzione di estrogeni, che non vengono più prodotti in quantità sufficiente dall'ovaio.
Gli obiettivi di questa terapia sono da un lato il trattamento dei disturbi che insorgono nell'immediata pre-menopausa e dall'altro la prevenzione e il mantenimento della salute nella terza età.
La terapia ormonale sostitutiva ha infatti dimostrato la sua efficacia nella risoluzione dei disturbi minori menopausali e nel ridurre, nelle donne che la utilizzano a lungo termine, i rischi di malattie importanti, come la malattia cardiovascolare e l'osteoporosi.
Recentemente poi sono stati pubblicati dati sull'effetto benefico di questa terapia sulla qualità di vita della donna in menopausa, in particolare su:
- la percezione generale di salute e benessere
- la capacità fisica
- gli aspetti psicologici (vitalità, energia, stato emotivo/affettivo)
- la sessualità
- l'attività quotidiana
- il sonno
- l'interazione sociale.
Il miglior effetto terapeutico si ottiene quando la terapia viene avviata subito dopo l'inizio della menopausa, e viene proseguita per quasi tutta la durata della vita.
Sia gli estrogeni che i progestinici si possono somministrare per via orale, per via transdermica, per via vaginale e attualmente anche in spray nasale.
Vi sono confezioni di cerotti con estrogeni e progestinici accoppiati, e confezioni di compresse con associazioni prestabilite di estrogeni e progestinici.
La terapia si può iniziare in qualsiasi momento, anche a distanza di molti anni dalla menopausa. Di solito comunque, si tende ad iniziarla precocemente, non appena la donna va in menopausa, perché in questo periodo i disturbi sono più intensi e perché l'azione preventiva nei confronti dell'osteoporosi è maggiore quanto prima si inizia la terapia.
Se la terapia viene intrapresa solo per le vampate, può durare anche poco tempo (6 mesi-1 anno), dato che molto spesso i sintomi neurovegetativi si risolvono spontaneamente in questo periodo.
Se il motivo o uno dei motivi per cui è stata iniziata la terapia sono disturbi più seri, è necessario sapere che essi si ripresentano alla sospensione, per cui in questi casi la terapia dovrebbe essere seguita sempre. In ogni caso sarà il medico a consigliare le modalità della terapia.
Non vanno trattate con terapia ormonale sostitutivale donne anziane, obese, ipertese, con precedenti o rischi cardiovascolari e senza sintomi menopausali.
È invece corretto prescriverla in quelle più giovani appena entrate in menopausa, per le quali i benefici sono infinitamente superiori ai rischi, come hanno ribadito diversi studi.
Terapia ormonale sostitutiva con fitoterapici
I rimedi fitoterapici possono rappresentare una valida alternativa alla TOS (terapia ormonale sostitutiva) nel trattamento dei sintomi associati alla menopausa.
I ricercatori nella revisione hanno rilevato come la terapia ormonale sostitutiva fosse efficace nel controllare le vampate di calore nell’80-90% delle donne. Si ritiene tuttavia che tale terapia possa comportare rischi per la salute quali il cancro al seno, problemi cardiovascolari, coaguli di sangue e ictus.
Attualmente le alternative alla TOS (HRT, in inglese) vengono utilizzate da molte donne (dal 50% al 75%) e risultano valide ed efficaci.
Tali alternative prevedono modifiche allo stile di vita, l'uso di erbe o rimedi vegetali quali la soia, il trifoglio rosso, la cimicifuga (actaea racemosa), ma anche luppolo e pollini.
Il rimedio più utilizzato è la soia, che ha mostrato di ridurre le vampate di calore dal 20% al 55%.
Gli inestetismi della pelle - Dott.Finiguerra -
Oltre ai sintomi più frequenti in menopausa si verificano alterazioni cutanee e della distribuzione pilifera.
Il basso numero di estrogeni, infatti, agisce anche sulla cute e la distribuzione dei peli.
Le fibre di collagene conferiscono spessore ed elasticità alla pelle.
La carenza di estrogeni porta all'atrofia dell'epidermide e alla perdita di collagene, con conseguente assottigliamento e minore elasticità della cute che svilupperà più facilmente le rughe.
In particolare, senza estrogeni si riduce del 38 per cento la secrezione delle ghiandole sebacee.
Per questo, le donne in pre-menopausa spesso lamentano secchezza e desquamazione della cute e sono più soggette alle ferite, avendo un derma non idratato e un supporto adiposo sottostante di ridotte dimensioni.
Di conseguenza, per curare a fondo la secchezza della cute non basta idratare dall'esterno con creme, ma è essenziale "nutrirla" dall'interno con le appropriate cure di estrogeni.
Può verificarsi un aumento della peluria sopra il labbro superiore o sul mento e una rarefazione o perdita parziale dei peli pubici e ascellari e dei capelli. Questi cambiamenti sono da attribuire alla mancanza degli estrogeni e all'effetto virilizzante degli ormoni maschili (androgeni), la cui produzione può aumentare dopo la menopausa.
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