I DISTURBI DEL “MAL DI PANCIA“: PREVENIRLI E COMBATTERLI

I DISTURBI DEL “MAL DI PANCIA“: PREVENIRLI E COMBATTERLI

(Dott.ssa Serafina PETROCCA)

I DISTURBI DEL “MAL DI PANCIA“ : COME PREVENIRE E COMBATTERE I SINTOMI DI DISURBI INTESTINALI

Nei paesi industrializzati i disturbi dell’intestino sono tra i più diffusi. A soffrirne di più sono le donne; le cause più comuni sono rappresentate da stress, ansia, sedentarietà e il consumo di poche fibre.

La sindrome del colon irritabile

Comunemente definita “colite”, comprende un insieme di sintomi anche molto diversi tra loro.

A soffrirne di più sono le donne!

In generale non è da considerarsi una vera e propria patologia, in quanto arreca lievi disturbi ma, in una piccola percentuale dei casi, è una condizione che può arrivare ad alterare la qualità di vita del soggetto.

I sintomi

La maggior parte degli individui che soffrono di colon irritabile avvertono dolori e crampi addominali, spesso alleviati dopo eliminazione di gas intestinali o evacuazione delle feci.

Altro fastidio associato alla sindrome sono gonfiori e flatulenza, a volte dovuti a un’alterazione della flora intestinale o, molto più spesso, a cibi che si è poco abituati a consumare (per esempio i legumi).

Infine possono essere espressione della colite anche le alterazioni della motilità intestinali, che si manifestano con episodi di stitichezza e diarrea.

Le cause

Conoscerne le cause permette, come sempre, di evitare in parte il problema o almeno un suo aggravamento. Ecco i fattori che più frequentemente determinano la colite:

√ una dieta non equilibrata: spesso viene adottata una dieta povera di acqua e di fibre. Sono le fibre, soprattutto quelle di natura insolubile che, assorbendo acqua, garantiscono un aumento e un ammorbidimento delle feci. Tutto questo facilita l’evacuazione della massa fecale e dunque la riduzione di gas e dolori addominali.

Se da una parte l’introduzione di fibre vegetali, come cereali, verdura e frutta, è utile in modo particolare per la prevenzione, occorre sottolineare che a volte può essere essa stessa la causa di colite. In particolare nei soggetti sensibili, quando la fibra è assunta in eccesso o non si è abituati a consumare alimenti fibrosi, si può ottenere un risultato opposto a quello sperato con produzione di gas, dolori e diarrea;

√ assunzione di alimenti non tollerati dall’organismo : tra quelli che si tollerano poco rientrano il latte e i suoi derivati (ricotta, formaggi specie se fermentati, gelati…);

√ il carattere e le emozioni: non è infrequente osservare i sintomi di colite in soggetti con un carattere di natura emotiva e ansiosa; inoltre stress, rabbia trattenuta, forti emozioni inespresse possono portare alla contrazione della parte intestinale, causando e, in molti casi, aggravando la sintomatologia;

√ farmaci: l’abuso di lassativi può portare alla manifestazione dei classici sintomi da colite, soprattutto per chi fa uso di sostanze di origine naturale, perché anche gli estratti di piante possono essere dannosi se usati in modo improprio ed eccessivo.

√ molte altre patologie a carico dell’intestino , come diverticolite, celiachia ecc… possono determinare uno stato infiammatorio dell’intestino o aggravare problematiche già presenti.

I consigli utili a tavola

Poche e semplici norme da seguire quando si è a tavola possono essere ottimi alleati per prevenire il fastidioso disturbo:

√ masticare lentamente: facilita la degradazione del cibo e, in tal modo, la flora batterica produrrà meno gas intestinali;

√ evitare il consumo di bevande gassate e zuccherate: il gas delle bibite gasate, specie se fredde, intensifica il contenuto di gas, e nel caso di quelle zuccherate aumentano le fermentazioni intestinali;

√ aumentare gradualmente il contenuto di fibra alimentare: per prevenire questi disturbi è stata più volte sottolineata l’importanza di arricchire la propria dieta con frutta e verdura. Occorre però farlo gradualmente partendo da verdure poco fibrose come zucca, zucchine, carote, meglio se cotte, e via via introdurre le verdure più fibrose, come fagiolini, finocchi, spinaci… valutando sempre la propria suscettibilità. Lo stesso discorso vale per i cereali: inizialmente si scelgono quelli semintegrali per poi passare a quelli integrali. Per quanto riguarda i legumi si consiglia di introdurli nella dieta con molta cautela, iniziando con piccole porzioni, meglio se decorticati come le lenticchie, per poi aggiungerne un cucchiaio nelle minestre o nelle insalate (per esempio quelle di riso).

È possibile che all’inizio si avverta una leggera tensione addominale e flautolenza, ma gradatamente, in 20-30 giorni, si imparerà a tollerare sempre di più gli alimenti fibrosi;

√ introdurre alimenti prebiotici: in grado di nutrire e creare le condizioni più adatte alla crescita della flora intestinale. Alimenti che contengono sostanze con queste potenzialità sono: topinambur, carciofi, cicoria (in particolare la radice), in misura minore in cipolla e aglio;

√ identificare eventuali intolleranze alimentari: a tale scopo è utile tenere un diario alimentare in cui annotare gli alimenti consumati nella settimana, questo permetterà di individuare la correlazione tra cibo ingerito e comparsa dei sintomi.

Sarà così possibile orientare meglio le proprie scelte alimentari per attutire i disturbi.